MATURITÀ 2017, MATEMATICA ALLO SCIENTIFICO, LATINO AL CLASSICO, TUTTE LE MATERIE

Maturità 2017, Fedeli annuncia con un video le materie della seconda prova. Matematica allo Scientifico, Latino al Classico

Roma, 30 gennaio 2017 - Latino al Liceo classico, Matematica allo Scientifico, Economia aziendale per l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing degli Istituti tecnici, Tecniche professionali dei servizi commerciali per l’indirizzo Servizi commerciali degli Istituti professionali. Sono alcune delle materie scelte per la seconda prova scritta della Maturità 2017, annunciate oggi dalla Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, con un video lanciato sulla pagina Facebook e sui social del Ministero.

“Care ragazze e cari ragazzi ci siamo, questo è uno dei momenti più attesi da voi e dalle vostre famiglie. In tanti mi avete scritto in questi giorni su Facebook e so che state aspettando con curiosità, emozione e interesse”, così la Ministra nel video. 
“Come ogni anno - ricorda Fedeli alle studentesse e agli studenti - la scelta delle materie ha tenuto conto del percorso scolastico che voi avete affrontato. Sono sicura - prosegue la Ministra rivolgendosi alle maturande e ai maturandi - che con impegno e dedizione e con la guida sapiente delle vostre e dei vostri docenti affronterete questa prova nel migliore dei modi possibili. Vi invito a studiare e a consolidare la vostra preparazione. Vi faccio un grandissimo in bocca al lupo. So che ce la farete”. 

Per la scelta delle materie è stato utilizzato in alcuni casi il criterio dell’alternanza, in altri si è preferito il consolidamento della materia più rappresentativa del percorso di studi e maggiormente qualificante rispetto al profilo in uscita degli studenti.

In occasione della comunicazione delle materie della seconda prova scritta è stato anche lanciato il canale Instagram del Ministero: continuiamo ad ampliare la nostra presenza sui social per raggiungere un’utenza sempre più trasversale in modo diretto e immediato, con una nuova attenzione rivolta in particolare a studentesse e studenti. Il percorso di avvicinamento alla Maturità sarà accompagnato da una serie di attività di comunicazione dedicate alle ragazze e ai ragazzi che faranno l’esame a giugno, con video di esperti, curiosità e informazioni sulla preparazione delle prove.

La Maturità 2017 avrà inizio mercoledì 21 giugno, con la prova di Italiano. Il 22 giugno sarà la volta della seconda prova scritta, nella materia caratterizzante ciascun indirizzo. Quest’anno la prima prova scritta è affidata a commissari esterni, mentre la seconda prova scritta è affidata a commissari interni.

I Licei 
Le materie per la seconda prova sono: Latino al Liceo classico; Matematica al Liceo scientifico; Matematica al Liceo scientifico - opzione Scienze Applicate; Lingua straniera L1 al Liceo linguistico; Scienze umane al Liceo delle scienze umane; Diritto ed economia politica al Liceo delle scienze umane - opzione Economico sociale; Discipline artistiche e progettuali, caratterizzanti l’indirizzo di studi nel Liceo artistico; Teoria, analisi e composizione al Liceo musicale; Tecniche della danza al Liceo coreutico;

Gli Istituti tecnici
Tra le materie scelte per i Tecnici: Economia aziendale per l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing; Discipline turistiche e aziendali per il Turismo; Impianti energetici, disegno e progettazione per l’indirizzo Meccanica, Meccatronica ed Energia - articolazione Energia; Struttura, costruzione, sistemi impianti del mezzo per l’indirizzo Trasporti e Logistica; Topografia per l’indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio.

Gli Istituti professionali
Tra le materie scelte per i Professionali: Scienza e cultura dell’alimentazione per l’indirizzo Servizi enogastronomia e ospitalità alberghiera - articolazione Enogastronomia; Tecniche professionali dei servizi commerciali per l’indirizzo Servizi commerciali; Tecniche di produzione e di organizzazione nell’indirizzo Produzioni industriali e artigianali - articolazione Industria; Linguaggi e tecniche della progettazione e comunicazione audiovisiva per l’indirizzo Produzioni industriali e artigianali - articolazione Industria, opzione Produzioni audiovisive.

Articolo 1
1. Per l'anno scolastico 2016/2017 le materie oggetto della seconda prova scritta negli
esami di Stato conclusivi dei corsi di studio ordinari e sperimentali di istruzione secondaria
di secondo grado e le materie affidate ai commissari esterni delle commissioni sono
indicate nelle tabelle allegate, che costituiscono parte integrante del presente decreto.
2. Per l'anno scolastico 2016/2017, le materie oggetto della seconda prova scritta
relativamente al corso annuale nel sistema di istruzione e formazione professionale nelle
ProvinceAutonome di Trento e Bolzano, di cui all'art.6, comma 5 del DPR 15 marzo 2010,
n. 87 e al relativo Protocollo d'Intesa in data 7 febbraio 2013, sono indicate nelle allegate
tabelle. Parimenti, nelle tabelle allegate sono indicate anche le materie assegnate ai
componentiesterni.

3. Per l'anno scolastico 2016/2017, il comma 1 del presente articolo trova applicazione
anche alle scuole italiane all'estero. Nelle scuole medesime è sempre affidata al
commissario interno la lingua straniera che è veicolare nel Paese in cui ha sede la
istituzionescolastica medesima. Fanno eccezione le scuole italiane all'estero dove è attivo
il progetto ESABAC. In tal caso, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del D.M. n. 95 dell'8
febbraio 2013, è assicurata la presenza del commissario esterno competente per la
materia di lingua e letteratura francese e del commissario per la disciplina di storia.


Sulla pagina del sito del Miur dedicata all’Esame di Stato (http://www.istruzione.it/esame_di_stato/index.html) è disponibile l’elenco di tutte le materie. È disponibile anche l’elenco delle discipline affidate a commissari esterni.

Il video della Ministra:
https://www.youtube.com/watch?v=ZLr_FflbFcA&feature=youtu.be

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MATURITÀ 2017, TUTTE LE MATERIE D‘ESAME DI STATO 2016/17

Roma, 30 gen 2017 - Maturità 2017 - Tutte le materie della seconda prova: Latino al Liceo classico, Matematica allo Scientifico, Economia aziendale per l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing degli Istituti tecnici, Tecniche professionali dei servizi commerciali per l’indirizzo Servizi commerciali degli istituti professionali.
Sono alcune delle materie scelte per la seconda prova scritta della Maturità 2017, annunciate oggi dalla Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli. Le altre le trovate su www.istruzione.it
Ricerca delle Materie degli Indirizzi d'Esame

#Maturità 2017, il motore di ricerca delle materie della seconda prova scritta

La Maturità 2017 avrà inizio mercoledì 21 giugno, con la prova di Italiano. Il 22 giugno sarà la volta della seconda prova scritta, nella materia caratterizzante ciascun indirizzo. Quest’anno la prima prova scritta è affidata a commissari esterni, mentre la seconda prova scritta è affidata a commissari interni.

I Licei 
Le materie per la seconda prova sono: Latino al Liceo classico; Matematica al Liceo scientifico; Matematica al Liceo scientifico - opzione Scienze Applicate; Lingua straniera L1 al Liceo linguistico; Scienze umane al Liceo delle scienze umane; Diritto ed economia politica al Liceo delle scienze umane - opzione Economico sociale; Discipline artistiche e progettuali, caratterizzanti l’indirizzo di studi nel Liceo artistico; Teoria, analisi e composizione al Liceo musicale; Tecniche della danza al Liceo coreutico;

Gli Istituti tecnici
Tra le materie scelte per i Tecnici: Economia aziendale per l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing; Discipline turistiche e aziendali per il Turismo; Impianti energetici, disegno e progettazione per l’indirizzo Meccanica, Meccatronica ed Energia - articolazione Energia; Struttura, costruzione, sistemi impianti del mezzo per l’indirizzo Trasporti e Logistica; Topografia per l’indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio.

Gli Istituti professionali
Tra le materie scelte per i Professionali: Scienza e cultura dell’alimentazione per l’indirizzo Servizi enogastronomia e ospitalità alberghiera - articolazione Enogastronomia; Tecniche professionali dei servizi commerciali per l’indirizzo Servizi commerciali; Tecniche di produzione e di organizzazione nell’indirizzo Produzioni industriali e artigianali - articolazione Industria; Linguaggi e tecniche della progettazione e comunicazione audiovisiva per l’indirizzo Produzioni industriali e artigianali - articolazione Industria, opzione Produzioni audiovisive.

Sulla pagina del sito del Miur dedicata all’Esame di Stato (http://www.istruzione.it/esame_di_stato/index.html) è disponibile l’elenco di tutte le materie. È disponibile anche l’elenco delle discipline affidate a commissari esterni.

MATERIE DELL'ESAME DI STATO DEL SECONDO CICLO ANNO SCOLASTICO 2016/17
LICEO


MATERIE DELL'ESAME DI STATO DEL SECONDO CICLO ANNO SCOLASTICO 2016/17
ISTITUTO TECNICO


MATERIE DELL'ESAME DI STATO DEL SECONDO CICLO ANNO SCOLASTICO 2016/17
ISTITUTO PROFESSIONALE

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ESAMI DI STATO 2017: IL DECRETO DEL MIUR, ANNO SCOLASTICO 2016/2017

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 
Decreto Ministeriale n.
Anno scolastico 2016/2017
Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio ordinari e sperimentali di istruzione secondaria di secondo grado:
,/ Individuazionedelle materie oggetto della seconda prova scritta
,/ Scelta delle materie affidate ai commissari esterni delle relative commissioni
VISTO il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, "Riforma dell'organizzazione del
Governo, a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59" e successive
modificazionied integrazioni;
VISTA la legge 17 luglio 2006, n. 233, "Conversione in legge, con modificazioni, del
decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, recante disposizioni urgenti in materia di riordino
delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri. Delega al
Governo per il coordinamento delle disposizioni in materia di funzioni e organizzazione
della Presidenzadel Consiglio dei Ministri e dei Ministeri";
VISTA la legge 10 dicembre 1997, n. 425, recante" Disposizioni per la riforma degli esami
di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore" e successive
modificazionied integrazioni;
VISTI, in particolare, l'articolo 3, comma 3 e l'articolo 4, comma 1 della citata legge 10
dicembre 1997, n. 425 secondo cui il Ministro della Pubblica Istruzione annualmente indica
le materie che formano oggetto della seconda prova scritta negli esami di Stato conclusivi
dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado e sceglie le materie da
affidare ai commissari esterni delle commissioni;
VISTO il Decreto Ministeriale 29 gennaio 2015, n.10, concernente il regolamento recante
norme per lo svolgimento della seconda prova scritta degli esami di Stato conclusivi dei
corsi di istruzione secondaria di secondo grado;
VISTI l'articolo 6, comma 5 del Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n.
87 e, in attuazione della predetta norma, il Protocollo di Intesa tra il Ministero
dell'Istruzione, Università e Ricerca e le Province Autonome di Trento e Bolzano di cui al
Protocollo d'Intesa in data 7 febbraio 2013, in base al quale la seconda prova scritta del
corso annuale nel sistema di istruzione e formazione professionale nelle Province
Autonome di Trento e Bolzano viene annualmente determinata dal Ministro dell'Istruzione,
Università e Ricerca su proposta delle predette Province Autonome e verte su discipline
previste nelle aree di apprendimento, caratterizzanti lo specifico corso annuale, che non
sono state oggetto della prima prova scritta; che in attuazione del Protocollo d'Intesa
suddetto, le commissioni di esame relative al corso annuale sono nominate dalle Province
Autonome di Trento e Bolzano;
VISTA la nota prot.n. MAE0237451 del 2 dicembre 2016 del Direttore Generale per la
Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione
internazionale, concernente la proposta di prevedere nel decreto del Ministro
dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, relativo alla individuazione delle materie
oggetto della seconda prova scritta negli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di
istruzione secondaria di secondo grado e alla scelta delle materie affidate ai commissari
esterni delle commissioni di esame, anche le materie oggetto della seconda prova scritta e
affidate a commissario esterno nelle scuole italiane all'estero, in accordo con la relativa
MIUR.AOOUFGAB.REGISTRO DECRETI.0000041.27-01-2017
lA
..
Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri
e della Cooperazione internazionale; nonché la previsione che nelle scuole medesime è
sempre affidata al commissario interno la lingua straniera che è veicolare nel Paese in cui
ha sede la istituzione scolastica medesima;
TENUTO CONTO che, ai sensi dell'articolo 4, comma 1 della citata legge 10 dicembre
1997, n.425, la commissione per gli esami di Stato è composta da non più di sei
commissari;

DECRETA

Articolo 1
1. Per l'anno scolastico 2016/2017 le materie oggetto della seconda prova scritta negli
esami di Stato conclusivi dei corsi di studio ordinari e sperimentali di istruzione secondaria
di secondo grado e le materie affidate ai commissari esterni delle commissioni sono
indicate nelle tabelle allegate, che costituiscono parte integrante del presente decreto.
2. Per l'anno scolastico 2016/2017, le materie oggetto della seconda prova scritta
relativamente al corso annuale nel sistema di istruzione e formazione professionale nelle
ProvinceAutonome di Trento e Bolzano, di cui all'art.6, comma 5 del DPR 15 marzo 2010,
n. 87 e al relativo Protocollo d'Intesa in data 7 febbraio 2013, sono indicate nelle allegate
tabelle. Parimenti, nelle tabelle allegate sono indicate anche le materie assegnate ai
componentiesterni.
3. Per l'anno scolastico 2016/2017, il comma 1 del presente articolo trova applicazione
anche alle scuole italiane all'estero. Nelle scuole medesime è sempre affidata al
commissario interno la lingua straniera che è veicolare nel Paese in cui ha sede la
istituzionescolastica medesima. Fanno eccezione le scuole italiane all'estero dove è attivo
il progetto ESABAC. In tal caso, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del D.M. n. 95 dell'8
febbraio 2013, è assicurata la presenza del commissario esterno competente per la
materia di lingua e letteratura francese e del commissario per la disciplina di storia.

IL MINISTRO
Valeria Fedeli

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SCUOLA, FEDELI INCONTRA IL FORUM DEGLI STUDENTI

Scuola, Fedeli incontra il Forum degli studenti. La Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ha incontrato oggi al Miur il Forum Nazionale delle Associazioni Studentesche.

Roma, 25 gennaio 2017 - Al centro dell’incontro, il primo fra la Ministra e il Forum, l’emergenza sisma, l’attuazione della Buona Scuola, l’Alternanza scuola-lavoro, il diritto allo studio.
“Quello di oggi è solo un primo momento di incontro con gli studenti del Forum. Vogliamo un contatto costante con le studentesse e gli studenti che sono i veri protagonisti della scuola. Mi ha fatto particolarmente piacere che loro stessi abbiano voluto cominciare i loro interventi dai problemi e dalle esigenze delle ragazze e dei ragazzi dei territori colpiti dal sisma”, dichiara Fedeli.

Alle Associazioni la Ministra ha ribadito l’impegno per assicurare la regolarità dell’anno scolastico nelle aree colpite dal terremoto. Rispondendo su un altro tema chiave dell’incontro, la Ministra ha fornito chiarimenti sulla corretta interpretazione dell’Alternanza scuola-lavoro che “deve essere intesa - ha spiegato – come parte integrante di un differente modello di didattica”.

La Ministra ha sottolineato che l’incontro rappresenta l’inizio di un confronto costante con i rappresentanti delle studentesse e degli studenti che proseguirà in modo regolare. Fedeli ha poi invitato le Associazioni del Forum a partecipare al dibattito sui decreti attuativi della Buona Scuola portando le loro proposte e osservazioni nel corso delle audizioni parlamentari.

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SCUOLA COSA CAMBIA, DA CDM PRIMO VIA LIBERA A OTTO DELEGHE


Roma, 14 gennaio 2017
La Buona Scuola, da Cdm primo via libera a otto deleghe
Fedeli: “Sono la parte più innovativa della legge. Oggi primo passo: ora parte la fase di ascolto dei soggetti coinvolti. I testi finali 
saranno frutto della massima condivisione possibile”
Primo via libera oggi in Consiglio dei Ministri a otto decreti legislativi di attuazione della legge Buona Scuola.
I decreti riguardano:
  • il sistema di formazione iniziale e di accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado;
  • la promozione dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità;
  • la revisione dei percorsi dell'istruzione professionale;
  • l’istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni;
  • il diritto allo studio;
  • la promozione e la diffusione della cultura umanistica;
  • il riordino della normativa in materia di scuole italiane all'estero;
  • l’adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti e degli Esami di Stato.
Per la revisione del Testo unico sulla scuola sarà previsto un disegno di legge delega specifico e successivo. I provvedimenti vanno ora alle Commissioni parlamentari competenti e in Conferenza Unificata per l’apposito parere.
“I decreti attuativi delle deleghe rappresentano la parte più innovativa e qualificante della legge 107. Rivelano e concretizzano la vera portata di riforma della Buona Scuola: mettono le studentesse e gli studenti al centro di un progetto che punta a fornire loro un’istruzione e una formazione adeguate a standard e obiettivi internazionali. Si lavora sul sapere e sul saper fare, per dare alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi gli strumenti utili per realizzare il loro progetto di vita e contribuire alla crescita e alla competitività del Paese”, dichiara la Ministra Valeria Fedeli.
“Abbiamo scelto di salvaguardare le deleghe, la loro attuazione e il lavoro fatto finora avviandone l’iter di approvazione prima della loro scadenza prevista il 15 gennaio. Oggi comincia un percorso, è un punto di partenza. Aver dato il primo via libera in Consiglio dei Ministri non significa pensare che i testi siano chiusi: lavoreremo nelle Commissioni parlamentari - assicurando una forte partecipazione e presenza del Ministero e del Governo - per ascoltare in audizione tutti i soggetti coinvolti. Dirigenti scolastici, insegnanti, personale della scuola, sindacati, studenti, famiglie, associazioni, stakeholder in modo che i testi finali saranno frutto della massima condivisione possibile”.
LE SCHEDE
Formazione iniziale e accesso all’insegnamento 
nella scuola secondaria di I e II grado
Oggi chi vuole insegnare nella scuola secondaria di I e II grado deve abilitarsi, dopo la laurea, attraverso il tirocinio formativo attivo (TFA). L’abilitazione consente di accedere alla seconda fascia delle graduatorie di istituto per fare le supplenze. Per il ruolo occorre attendere e superare un concorso. Il decreto prevede che dopo la laurea si parteciperà ad un concorso. Chi lo supererà si inserirà in un percorso di formazione di tre anni, due dei quali fatti anche a scuola. Il percorso si concluderà, dopo il terzo anno, con l’assunzione a tempo indeterminato. Il decreto riguarda le future e i futuri insegnanti e prevede una fase transitoria per chi oggi è già iscritto nelle graduatorie di istituto.
Inclusione scolastica
Semplificazione e snellimento delle pratiche burocratiche, maggiore continuità didattica e formazione del personale docente e della comunità scolastica, costruzione di un progetto di vita che coinvolgerà più attori della società che collaborano in rete.
Sono questi i punti cardine del decreto sull’inclusione scolastica, provvedimento che propone un cambiamento culturale mettendo al centro le alunne e gli alunni con disabilità, per i quali la scuola, coinvolgendo tutte le sue componenti, elabora un progetto educativo individuale.
Non sarà solo la gravità della disabilità a determinare le risposte offerte delle alunne e degli alunni: si cercherà di determinare in senso più ampio i loro bisogni. L’attività di presa in carico degli alunni sarà più condivisa: la scuola fornirà al nuovo Gruppo di Inclusione Territoriale il Piano di inclusione, la valutazione diagnostico-funzionale e il progetto individuale per l’alunno che costituiranno la base delle richieste all’Ufficio scolastico regionale.
Insegnanti di sostegno più formati e preparati, poi, grazie a una formazione iniziale che prevede l’obbligo di 120 crediti formativi universitari (cfu) sull’inclusione scolastica (non più 60 come è oggi) per tutti i gradi di istruzione, 60 prima del percorso di specializzazione e 60 durante,  (il doppio rispetto ad oggi). Tutti i futuri docenti avranno nel loro percorso di formazione iniziale materie che riguardano le metodologie per l’inclusione e ci sarà una specifica formazione anche per il personale della scuola, Ata compresi.
Revisione dei percorsi dell’Istruzione professionale
Dare una chiara identità agli istituti professionali, innovare la loro offerta formativa, superando l’attuale sovrapposizione con l’istruzione tecnica e  rispondendo anche alle esigenze delle filiere produttive del territorio. Questi gli obiettivi del decreto che mette ordine in un ambito frammentato tra competenze statali e regionali e punta a ridare dignità a questi percorsi formativi.
I percorsi durano 5 anni: biennio più triennio. Gli indirizzi passano da 6 a 11: servizi per l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la silvicoltura; pesca commerciale e produzioni ittiche; artigianato per il Made in Italy; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalità alberghiera; servizi culturali e dello spettacolo; servizi per la sanità e l’assistenza sociale; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico.
Ogni scuola potrà declinare questi indirizzi in base alle richieste del territorio, coerentemente con le priorità indicate dalle Regioni. Vengono rafforzate le attività laboratoriali: nel biennio più del 40% delle ore sarà destinato a insegnamenti di indirizzo e attività di laboratorio, ci sarà uno spazio del 10% per apprendimenti personalizzati e per l’alternanza Scuola-Lavoro (dal secondo anno del biennio), il resto delle ore sarà dedicato a insegnamenti generali. Nel triennio, invece, lo spazio per gli insegnamenti di indirizzo sarà superiore (55% per anno) per dare la possibilità ai giovani di specializzarsi e approfondire quanto appreso nel biennio, nell’ottica di un ingresso facilitato nel mondo del lavoro. Conseguita la qualifica triennale, lo studente potrà scegliere di proseguire gli studi passando al quarto anno dei percorsi di Istruzione Professionale o dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale e conseguire un diploma professionale tecnico. Le istituzioni scolastiche (statali o paritarie) che offrono percorsi di istruzione professionale e le istituzioni formative accreditate per fornire percorsi di Istruzione e Formazione professionale (di competenza regionale) entrano a far parte di un’unica rete, la Rete nazionale delle Scuole Professionali: finalmente un’offerta formativa unitaria, articolata e integrata sul territorio. Il sistema sarà in vigore a partire dall’anno scolastico 2018/2019. 
Sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni
La delega istituisce per la prima volta un Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a 6 anni per garantire “ai bambini e alle bambine pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali”. Attraverso la costituzione del Sistema integrato progressivamente si estenderanno, amplieranno e qualificheranno i servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia su tutto il territorio nazionale. A questo scopo viene creato un Fondo (229 milioni all’anno) per l’attribuzione di risorse agli Enti locali.
La delega prevede un Piano di azione nazionale per l’attuazione del Sistema integrato che coinvolgerà attivamente tutti gli attori in campo. Sarà promossa la costituzione di poli per l’infanzia per bambine e bambini di età fino a 6 anni, anche aggregati a scuole primarie e istituti comprensivi. I poli serviranno a potenziare la ricettività dei servizi e sostenere la continuità del percorso educativo e scolastico di tutte le bambine e dei bambini. I poli saranno finanziati anche attraverso appositi fondi Inail (150 milioni). 
È prevista una specifica governance del Sistema integrato di educazione e di istruzione. Al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca spetterà un ruolo di coordinamento, indirizzo e promozione, in sintonia con le Regioni e gli Enti locali, sulla base del Piano di Azione Nazionale che sarà adottato dal Governo.
Diritto allo studio
Una nuova governanceche garantisca una maggiore partecipazione degli studenti, la promozione di un sistema di welfare fondato su livelli di prestazioni nazionali, misure su libri di testo, tasse scolastiche, trasporti, il potenziamento della carta dello studente IoStudio. Questi i principali contenuti della delega sul Diritto allo Studio.
Il provvedimento prevede l’istituzione di una Conferenza Nazionale. Una novità assoluta che consentirà una governance più partecipata: al tavolo ci saranno Associazioni dei genitori e degli studenti, Consulte provinciali degli studenti, il Miur, ma anche Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Regioni, Comuni.
A partire al 2017 sono previsti 10 milioni di euro per l’erogazione di borse di studio a favore degli studenti iscritti agli ultimi due anni delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, per l’acquisto di libri di testo, per la mobilità e il trasporto, per l’accesso a beni e servizi di natura culturale. Il Miur stabilisce ogni anno i criteri per il riparto delle risorse.
Fra le novità, l’esonero totale dalle tasse scolastiche per le studentesse e gli studenti delle quarte e delle quinte della secondaria di II grado. Si parte nell’anno scolastico 2018/2019 con le quarte. Previste maggiori agevolazioni sui libri di testo, con una spinta per la diffusione del comodato d’uso gratuito alla secondaria di I e II grado. Saranno previste borse di studio per chi frequenta la secondaria di II grado per: libri, trasporti e vitto. Rafforzata la Carta dello studente (IoStudio) che sarà estesa anche a chi frequenta i corsi dell’Afam (Alta formazione musicale e coreutica) e ai Centri Regionali per la Formazione Professionale.
Promozione e diffusione della Cultura umanistica
Il Made in Italy al centro della Buona Scuola. Musica e danza, teatro e cinema, pittura, scultura, grafica delle arti decorative e design, scrittura creativa saranno solo alcune delle arti che verranno potenziate negli istituti scolastici.
Le scuole saranno aperte anche a contributi esterni: reti o poli a orientamento artistico e performativo di scuole collaboreranno con l’Indire (Istituto nazionale documentazione, innovazione, ricerca educativa), le istituzioni Afam (Alta formazione musicale e coreutica), le Università, gli Its (Istituti tecnici superiori) e soggetti pubblici e privati sotto il coordinamento del Miur. Il Miur lavorerà a stretto contatto con il Ministero dei Beni Culturali.
La pratica musicale, già presente nelle scuole del primo ciclo, verrà potenziata e ulteriormente sviluppata e le scuole secondarie di II grado potranno collaborare con gli Istituti tecnici superiori per progetti di innovazione digitale e tecnologica applicata alla musica.
Il patrimonio culturale e artistico italiano può essere occasione di crescita per l’Italia se le nuove generazioni sapranno coniugare tradizione e innovazione. Per questo motivo l’alternanza Scuola-Lavoro, prevista dalla legge 107/2015, potrà essere svolta presso soggetti pubblici e privati che si occupano della conservazione e produzione artistica.
Scuole italiane all’estero
Una scuola che formi cittadini italiani anche all’estero, diffondendo e promuovendo il nostro patrimonio culturale fuori dai confini nazionali, così come avviene nelle scuole del Paese: è questo l’obiettivo del decreto legislativo sulle scuole italiane all’estero.
La volontà è quella di colmare le distanze, estendendo le innovazioni introdotte dalla Buona Scuola anche negli istituti scolastici che operano fuori dal Paese. Questo si tradurrà, per esempio, nell’istituzione dell’organico del potenziamento all’estero, 50 nuovi insegnanti, nuove risorse professionali grazie alle quali si potrà lavorare di più su musica, arte o cinema e garantire il sostegno alle alunne e agli alunni che ne hanno bisogno. Le scuole italiane all’estero potranno partecipare ai bandi relativi al Piano nazionale scuola digitale. Per quanto riguarda gli insegnanti Miur e Maeci definiranno criteri e modalità per la formazione del personale all’estero, per riconoscere un profilo professionale specifico. Il periodo di permanenza fuori dei docenti verrà ridotto dagli attuali 9 a 6 anni per evitare un periodo troppo lungo di distacco dal sistema nazionale.
Sono previste maggiori e nuove sinergie con istituzioni ed enti che promuovono e diffondono la nostra cultura nel mondo e, infine, piena trasparenza delle scuole all’estero all’interno del portale unico della scuola.
Valutazione
Nessun cambiamento per gli Esami di Stato di quest’anno. Le novità entreranno in vigore dagli Esami del 2018.
Esame del I ciclo. Tre scritti e un colloquio saranno le prove previste alla fine della classe terza della secondaria di I grado. Oggi le prove sono sei più il colloquio. L’Esame viene riequilibrato e si torna a dare più valore al percorso scolastico rispetto al peso delle prove finali. Il decreto prevede: una prova di italiano, una di matematica, una prova sulle lingue straniere, un colloquio per accertare le competenze trasversali. Il test Invalsi (la prova nazionale standardizzata) resta in terza, ma si svolgerà nel corso dell’anno scolastico, non più durante l’Esame.
Esame del II ciclo. Due prove scritte e un colloquio orale. Questo il nuovo Esame. Oggi le prove scritte sono tre più il colloquio. Lo svolgimento delle attività di alternanza Scuola-Lavoro diventa requisito di ammissione. L’Esame sarà composto da: prima prova scritta nazionale che accerterà la padronanza della lingua italiana, seconda prova scritta nazionale su discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi, colloquio orale che accerterà il conseguimento delle competenze raggiunte, la capacità argomentativa e critica del candidato, l’esposizione delle attività svolte in alternanza. L’esito dell’Esame oggi è espresso in centesimi: fino a 25 punti per il credito scolastico, fino a 15 per ciascuna delle tre prove scritte, fino a 30 per il colloquio. Con il decreto il voto finale resta in centesimi, ma si dà maggior peso al percorso fatto nell’ultimo triennio: il credito scolastico incide fino a 40 punti, le 2 prove scritte incidono fino a 20 punti ciascuna, il colloquio fino a 20 punti.La Commissione resta quella attuale: un Presidente esterno più tre commissari interni e tre commissari esterni. La prova Invalsi viene introdotta in quinta per italiano, matematica e inglese, ma si svolgerà in un periodo diverso dall’Esame.
Le novità per le prove Invalsi: si introduce una prova di inglese standardizzata al termine sia della primaria sia della secondaria di I e II grado per certificare le abilità di comprensione e uso della lingua inglese in linea con il Quadro Comune di Riferimento Europeo per le lingue. Nelle classi finali della secondaria di I e II grado la prova Invalsi è requisito per l’ammissione all’Esame, ma non confluisce nel voto finale: il punteggio è riportato nella documentazione allegata al diploma.

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SOLIDARIETÀ A PAOLA E CLAUDIO REGENI, UNA BORSA DI STUDIO DEDICATA A GIULIO

Fedeli: “Un anno senza Giulio, troveremo la verità. Solidarietà a Paola e Claudio Regeni.  Sosterremo la proposta per l’istituzione di una borsa di studio dedicata”
Roma, 26 gennaio 2017 - “Giulio non è più con noi da un anno, ma il nostro pensiero è e continuerà a essere rivolto a lui fino a quando non avremo trovato la verità sulla sua morte, fino a quando non avremo accertato le responsabilità in questa vicenda: come hanno detto il Presidente Mattarella e il premier Gentiloni, è questo il nostro impegno. Sono vicina a Paola e Claudio Regeni, privati ingiustamente del figlio, che con coraggio, forza e determinazione lottano perché venga fatta giustizia. Non siete soli”. Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, in occasione dell’anniversario della morte di Giulio Regeni, giovane ricercatore italiano, scomparso in circostanze non chiare in Egitto lo scorso anno.

 “A spingerci nella nostra azione – sottolinea Fedeli - saranno la stessa sete di conoscenza e la stessa sana curiosità che hanno guidato Giulio nel suo appassionato lavoro di ricerca. Un lavoro infaticabile di scoperta e analisi, senza paure e tentennamenti. Porteremo alla luce la verità, riguardo a Giulio e per Giulio, e faremo in modo che la sua esperienza di vita sia guida e ispirazione per le tante e i tanti giovani del nostro Paese”.  “Per questo – aggiunge - come Ministero sosterremo la proposta, che arriva dal gruppo del Partito democratico in Commissione esteri alla Camera, di istituire una borsa di studio intitolata alla memoria di Giulio che consentirà a una studentessa o a uno studente egiziano di frequentare una parte del percorso di studi nel nostro Paese. Nell’ottica della internazionalizzazione e dell’apertura, facendo tesoro dell’insegnamento che Giulio ci ha lasciato”.

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ATELIER CREATIVI: LA GRADUATORIA DEI 1.873 PROGETTI VINCITORI

Atelier creativi: pubblicata la graduatoria dei 1.873 progetti vincitori. Dal #PNSD 28 milioni di euro per finanziarli. L'elenco completo dei progetti premiati 
27/01/2017 - Stampanti e scanner 3D, kit per la robotica, per il making e il tinkering, per combinare manuale e digitale, didattica formale e informale. Gli spazi delle scuole primarie e secondarie di primo grado diventano atelier creativi. È da oggi on line la graduatoria dei 1.873 progetti che saranno finanziati attraverso i 28 milioni messi a bando nel 2016 per innovare gli spazi didattici nella scuola del I ciclo. Dal laboratorio di astronomia dove saranno gli stessi studenti a creare artigianalmente gli strumenti astronomici, a quello per la creazione di format narrativi attraverso l'uso delle tecnologie digitali. Dall'atelier per lo studio della biomeccanica del corpo umano a quello sul riciclo di tessuti, il recupero di piccoli giocattoli e materiale plastico per la realizzazione di manufatti anche tramite l'utilizzo di stampanti 3D.

Sono alcuni dei progetti che hanno passato il vaglio della Commissione esaminatrice che ha valutato oltre 3.400 proposte arrivate al Ministero. La procedura di selezione si è svolta completamente on line e le scuole, per la prima volta, sono state accompagnate nel processo di elaborazione delle loro proposte attraverso sedute in live streaming di supporto amministrativo e tecnico organizzate dal Miur. Grazie a questo finanziamento oltre un terzo delle scuole del I ciclo avrà un laboratorio innovativo.

Gli atelier vincitori saranno finanziati con un contributo massimo di 15.000 euro e sono così suddivisi per regione:

- Abruzzo: 47
- Basilicata: 25
- Calabria: 83
- Campania: 226
- Emilia-Romagna: 120
- Friuli: 38
- Lazio: 159
- Liguria: 42
- Lombardia: 263
- Marche: 51
- Molise: 13
- Piemonte: 133
- Puglia: 144
- Sardegna: 56
- Sicilia: 199
- Toscana: 108
- Umbria: 33
- Veneto: 133

SICILIA

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AUDIZIONE DELLA MINISTRA DELL’ISTRUZIONE FEDELI SULLE LINEE PROGRAMMATICHE DEL DICASTERO

26/01/2017 - Presidenti, Senatrici e Senatori, Deputate e Deputati, l’audizione di oggi serve a delineare il percorso di lavoro dei prossimi mesi, che immagino come un susseguirsi di passaggi e scelte da realizzare con la massima condivisione possibile. Inizio col sottolineare quanto mi senta onorata e responsabilizzata nel trovarmi a guidare un Ministero così importante come il Miur, che non solo interessa la vita e le speranze di studentesse e studenti, di milioni di famiglie, ma riguarda direttamente il futuro di tutto il Paese. Scuola, università e ricerca sono strategiche per un Paese che competa nel mondo grazie al sapere e alle competenze, in modo inclusivo ed in un orizzonte di sviluppo sostenibile socialmente, economicamente e dal punto di vista ambientale. Se questo è il futuro che immaginiamo non possiamo che mettere al centro bambine e bambini, ragazze e ragazzi, studentesse e studenti, perché il sistema di istruzione, educativo e formativo è forte solo se riconosce di essere degli studenti e per gli studenti. Dobbiamo mettere al centro la loro crescita e lo dobbiamo fare riconoscendo il lavoro dei docenti, di ogni ordine e grado, e di tutto il personale dirigenziale e tecnico - amministrativo, che quella crescita accompagnano ogni giorno, motivandoli e valorizzandoli nell’esercizio dell’autonomia e della responsabilità del proprio ruolo professionale e riconoscendo loro un prestigio sociale che è dimenticato. Dobbiamo far sentire ad ogni studentessa e ad ogni studente che tutto il Paese, le sue Istituzioni e la società tutta, investono su di loro. Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 2 di 19 Perché lo studio e l’impegno sono certamente strumenti per la crescita personale, ma contribuiscono anche in modo determinante allo sviluppo di tutta la nostra comunità.

Ecco perché quello sul sapere, sull’apprendimento e sulla formazione è un investimento sempre vincente, dal punto di vista economico e sociale, da quello personale e della società tutta. Dobbiamo allora puntare ad un sistema Paese che riconosca e coniughi qualità e accessibilità del sapere, competenze, efficienza, innovazione, equità, riconoscimento del merito, valutazione dell’operato. Per confrontarsi con i migliori standard internazionali e per valorizzare i nostri talenti, i nostri modelli, le nostre competenze. Il confronto, però, oggi, ci dice, prendendo due dati esemplificativi, che come spesa pubblica in percentuale sul PIL siamo dietro a molti Paesi europei e disallineati rispetto ai riferimenti internazionali. E se guardiamo alla remunerazione dei docenti (dati Eurydice, Commissione Europea, 2015-2016), nella scuola secondaria un insegnante italiano ad inizio carriera guadagna tra l’8% e il 103% in meno degli altri Paesi europei e tra il 25% e il 79% in meno rispetto allo stipendio massimo. Dobbiamo investire di più. Per i docenti, per il diritto allo studio, per gli spazi di formazione, per la ricerca e l’università. Gradualmente lo si sta facendo, ma servirebbe un cambio deciso di grandezze. È un impegno su cui vorrei che si riuscissero a creare alleanze e scelte trasversali, impegnandoci tutte e tutti, almeno su questo, ad un confronto fuori da pregiudiziali e mirato a concreti punti di condivisione.

Il sistema educativo e formativo svolge una decisiva funzione sociale, di servizio e di empowerment della comunità, funzione purtroppo non sempre riconosciuta nella società e nel dibattito pubblico. Riconoscere il ruolo culturale e sociale del sistema formativo significa investire sulla scuola, continuando il percorso di riforma, di innovazione e di autonomia. Significa anche immaginare un’università più aperta e di qualità. Significa riconoscere quanto la ricerca sia decisiva per la nostra competitività, per permetterci di giocare un ruolo importante negli equilibri instabili di una società globale e in perenne cambiamento. I tempi che viviamo rendono la conoscenza, il sapere, la formazione, la capacità di pensiero critico decisive, per chiunque, per qualunque lavoro e professione, per ogni possibile percorso di vita. Dobbiamo allora rimuovere con decisione tutti gli ostacoli che impediscono l’accesso - vero e di qualità - ai percorsi formativi. Dobbiamo contrastare con interventi sempre più Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 3 di 19 coordinati ed efficaci, anche tra i diversi attori istituzionali, la dispersione scolastica, combattere la povertà educativa, impegnarci per superare i divari territoriali, sociali e di contesto anche grazie al diritto allo studio reale, per tutte e tutti, fino alla formazione universitaria, come previsto dall’Articolo 34 della nostra Carta Costituzionale. C’è poi un’altra dimensione strategica del sapere spesso tralasciata: la sua funzione formativa rispetto alla cittadinanza delle nuove generazioni, cittadinanza che, oggi, non possiamo che intendere e coltivare in una dimensione europea e globale. Su questo la nostra Costituzione e l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, lanciata dalle Nazioni Unite nel 2015, indicano orizzonti imprescindibili.

Per quanto riguarda la Costituzione voglio qui soffermarmi solo sull’articolo 3 della Costituzione: se la Repubblica ha il compito di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”, non vedo come questo si possa fare senza coinvolgere il sistema educativo e formativo. La scuola, in particolare modo, è il primo luogo dove imparare che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” Il sapere deve essere un fattore di uguaglianza e strumento di pari opportunità, mirando a formare una cittadinanza piena e consapevole. In questa ottica si inseriscono le azioni per la parità tra donne e uomini. Riprenderemo il lavoro fatto sulle linee guida per far crescere il rispetto tra donne e uomini, aprendo ad una nuova fase di ascolto, per arrivare ad un piano di lavoro concreto e largamente condiviso. Lavoreremo inoltre per eliminare quegli stereotipi che incidono sulle scelte di bambine e ragazze, ad esempio condizionando negativamente l’approccio con le materie Stem. E studieremo nuove misure che potranno essere adottate, anche attraverso il Piano Nazionale della Ricerca, per valorizzare lo sviluppo professionale delle nostre dottorande e ricercatrici, ad esempio attraverso meccanismi che rendano compatibile la progressione di carriera e la vita familiare.

Lavoreremo, ancora, per rendere più equilibrati i programmi scolastici, dando attenzione alle tante donne, in ogni campo, che hanno avuto ruoli importanti e rappresentano eccellenze da valorizzare, conoscere e studiare. A partire da Grazia Deledda, per far studiare la sua figura e la sua straordinaria opera. E poi individuando altre figure grazie ad una consultazione nazionale. Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 4 di 19 Accanto alla Costituzione, e pienamente in linea con essa, c’è poi l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con i suoi 17 obiettivi da realizzare, densi di valori e spunti cui siamo chiamati ad aderire in ogni azione. In particolare, l’obiettivo 4 dell’Agenda afferma la centralità di un’istruzione di qualità come base per migliorare la vita delle persone, ponendo quindi istruzione e formazione come chiave complessiva di crescita e di benessere personale e collettivo. Allo stesso modo, individua l’istruzione come strumento fondamentale per promuovere lo sviluppo sostenibile, tramite un’educazione attenta ad uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità tra donne e uomini, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile. Sono convinta che la maggiore forza che abbiamo a disposizione per produrre un cambiamento tangibile da qui al 2030 sia proprio nella formazione di quelle cittadine e quei cittadini che in quel momento saranno protagonisti della vita economica e sociale del Paese. I valori della Costituzione e gli obiettivi dell’Agenda 2030 rappresentano la cornice di lavoro per i prossimi mesi, e saranno ispirazione di ogni scelta che prenderemo. Lavorerò dentro le infrastrutture normative esistenti, per andare ad attuare, incrementare, equilibrare, migliorare e, se necessario e condiviso, innovare.

Colgo qui l’occasione per ringraziare, in modo non formale e davvero sentito, sia Maria Chiara Carrozza che Stefania Giannini per il lavoro che hanno svolto, che ho sostenuto in Senato, e che mi trovo ora a proseguire. Ho deciso poi di dedicare un’attenzione specifica a due fattori trasversali di lettura e guida dei cambiamenti in corso, con l'obiettivo di unire riflessione approfondita, proposta e azione concreta. Annuncerò nei prossimi giorni l’istituzione di una Commissione per disegnare un programma che consenta alle nuove generazioni di mettere la cultura dello sviluppo sostenibile al centro delle scelte individuali e collettive, proprio nella cornice fornita dall’Onu con Agenda 2030. La Commissione sarà presieduta da Enrico Giovannini e formata da esperti interni ed esterni al Ministero. Ho già descritto l’importanza dell’Agenda come chiave per orientare scelte e azioni, e credo serva lavorare per trasformare quegli obiettivi in elementi di formazione alla cittadinanza per tutte le ragazze e i ragazzi. Grazie invece alla collaborazione di Anna Maria Serafini, un secondo gruppo di lavoro affronterà il tema dell’adolescenza, per indagare quel momento delicato della vita di ragazze e ragazzi in cui le fragilità sono più esposte, con il rischio di vedere le potenzialità di giovanissime e giovanissimi non espresse e non valorizzate. Vogliamo produrre una Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 5 di 19 riflessione operativa, che rimetta il tema al centro del dibattito del Paese e definisca i confini delle azioni che potremo mettere in atto. L'obiettivo è ricostruire - grazie ad un gruppo interdisciplinare e pluralista con diverse competenze interne ed esterne al Ministero - una riflessione su come sia possibile oggi esercitare la funzione educativa come responsabilità sociale nei confronti di ragazze e ragazzi. Ascoltando e dialogando con genitori, mondo della scuola e dell’Università, Istituzioni (a partire dalla Commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza), associazionismo, mondi professionali, competenze nazionali e internazionali, lanceremo un’alleanza contro la povertà educativa, sociale, economica e relazionale. Per permettere ai nostri giovani di ritrovare fiducia nel sistema scolastico e formativo, nel Paese e in se stessi. Parlare con tutte e tutti coloro che vivono e rappresentano il mondo della scuola, dell’università e della ricerca è e sarà il cuore del mio metodo di lavoro. Ascolterò, mi confronterò, cercherò soluzioni il più possibile aperte e condivise. Per provare a risolvere con gradualità le diverse e complesse condizioni vissute come ingiustizia da parte di tante e tanti che credono di non vedere rispettati i propri diritti o di non veder supportato il proprio talento. E per completare, senza tradirne l’impianto - che ho votato in Senato - le riforme avviate, lavorando, come dicevo, per attuare, equilibrare, migliorare.

Dobbiamo lavorare insieme a che si realizzi un clima nuovo, che credo possa portarci a ottenere risultati importanti e utili per la scuola e l’università italiana . Il Ministero sarà aperto, pronto ad ascoltare, dialogare, condividere. E mi aspetto di trovare in tutte e tutti gli interlocutori lo stesso atteggiamento. Non ci deve essere rigidità da parte di nessuno, ma spirito di collaborazione e confronto di merito. E non ci deve essere nessun fraintendimento e nessuna confusione di ruoli. Ascolto e dialogo servono a migliorare la qualità delle scelte, ma ciascuno deve essere consapevole del proprio ruolo e della propria responsabilità, e le scelte finali restano di competenza del Parlamento, del Governo e del Ministero, nel rispetto della autonomia educativa. Il dialogo sociale deve costantemente accompagnarsi con altri due principi: la trasparenza e la partecipazione. E sono due impegni che prendo. Rendere facilmente accessibili tutte le informazioni (a partire dai bandi rivolti alle scuole fino agli open data). Attivare strumenti e pratiche costanti di ascolto e consultazione sulle scelte, accessibili a ogni persona. Dando riscontro di ogni scelta e misurandone l’impatto. Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 6 di 19 Avremo finestre di ascolto sempre aperte, per raccogliere segnali e contributi in maniera ordinata, con incontri diretti, spazi per il dialogo online, lavoro congiunto con mondi sociali specifici e con occasioni di co-progettazione. Il lavoro che c’è da fare per restituire a scuola, alta formazione e ricerca il ruolo strategico che serve per il futuro dell’Italia deve, poi, incrociare competenze di altri Ministeri e deve trovare una efficace collaborazione con il Parlamento.

Mi impegno ad ascoltare ed elaborare ogni idea e proposta, e vi chiedo di concederci uno spazio non di polemica e di scontro, ma di dialogo franco e serrato, un confronto tra proposte per provare a risolvere problemi. Evidentemente non chiedo a tutte e tutti, compresa l’opposizione, di sostenere le scelte finali se non condivise, ma di concedere a noi, e soprattutto alle nostre bambine e ai nostri bambini, alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, ai nostri giovani, uno spazio di confronto di merito, serio, responsabile, protetto dalla dialettica dello scontro e dalla polemica pregiudiziale. Le scelte sul sapere e sulla conoscenza dovrebbero unire tutto il Paese, tutte le competenze culturali, sociali e politiche, tutti i soggetti che vi operano. Allora faccio attraverso voi un appello a tutto il Parlamento affinché scelga di concedere uno spazio al sapere, alla scuola, alla formazione delle cittadine e dei cittadini di domani. Non diventi questo, anche questo, uno spazio di scontro e delegittimazione reciproca. Contenuti, linguaggi e modi che si adottano per discutere le differenti proposte possono e devono essere un buon esempio di “educazione” adulta e rispettosa, che diamo alle giovani generazioni. Prima di venire alla parte più tematica del mio intervento voglio dire qualcosa su ciò che sta succedendo per le scuole nelle aree colpite dal terremoto. In questi mesi la task force del Miur ha lavorato in stretta collaborazione con la Protezione civile e sotto il coordinamento del Commissario Errani per intervenire con strutture provvisorie e per la programmazione della ricostruzione delle scuole danneggiate. Purtroppo è stato necessario riprogrammare tante volte il lavoro, visto che lo sciame sismico è ancora in corso, aggravato da condizioni meteorologiche straordinariamente difficili.

Come ricordato dal Presidente Gentiloni ieri in Senato, la prossima settimana ci sarà un nuovo decreto, e le scuole continuano ad essere in cima ai pensieri di tutto il Governo. Come Ministero stiamo lavorando perché il completamento dell’anno scolastico sia garantito per tutte e tutti. Nel decreto sul terremoto che sarà approvato la prossima settimana in Consiglio dei Ministri sarà prevista una norma finalizzata proprio a questo, per evitare che con le regole Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 7 di 19 attuali ragazze e ragazzi che sono stati impossibilitati ad andare a scuola rischino di perdere l’anno. Per questo si inserirà una norma che consente di derogare alla durata minima di 200 giorni di lezione perché l'anno scolastico sia valido e all’obbligo per gli studenti di frequentare per almeno tre quarti dell'orario annuale, per essere valutati ed ammessi agli esami. Abbiamo inoltre garantito una gestione diversificata delle iscrizioni, per dare più tempo a scuole e famiglie di quei territori di riorganizzarsi e scegliere modalità e sedi di frequenza per il prossimo anno. La Task force del Miur è inoltre stata e continuerà ad essere in costante contatto con Presidi, Rettori e Sindaci, oltre che con tante famiglie, per fornire loro ascolto e collaborazione per individuare soluzioni d’emergenza e strutturali. I disagi sono stati e sono tanti, e la responsabilità delle risposte è un dovere istituzionale, etico e umano per chiunque abbia ruoli pubblici, a partire da noi che facciamo parte del Governo.

Dovremo dimostrare che l’Italia sa essere efficace nella gestione delle fasi emergenziali come nella ricostruzione e nel riportare una normalità infrastrutturale che garantisca per il futuro maggiore sicurezza. Lo dobbiamo alle bambine e ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi, alle studentesse e agli studenti, alle famiglie che hanno visto disgregarsi le proprie certezze, materiali e sociali, e che dobbiamo sostenere nel faticoso ritrovare fiducia e speranze. Vengo ora più in concreto alle azioni in corso, partendo dalla scuola. Su questo, da un lato, dobbiamo lavorare per “centrare” tempestivamente e nel migliore dei modi possibili tutti i passaggi necessari per iniziare, senza le difficoltà del passato, il prossimo anno scolastico. Ne è testimonianza l’intesa raggiunta a fine dicembre sulla mobilità del personale. Dall’altro lato serve poi lavorare, come dicevo, per portare a compimento il percorso di riforma e le azioni impostate in questa legislatura, superandone le criticità, ma mantenendone obiettivi e finalità. L’impegno centrale deve essere quello di superare i divari territoriali, sociali e di contesto anche grazie al diritto allo studio effettivo, per tutte e tutti. Su questo il Governo ha dato una prima importante risposta con la legge di bilancio per il 2017, che ha stanziato ingenti risorse per borse di studio che accompagnino gli studenti capaci e meritevoli sino al più alto grado di studi. Rimane fermo l’impegno a proseguire su questa strada. Nuovi, ulteriori passi li faremo con il decreto legislativo sul diritto allo studio, inviato da poco al vostro esame. Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 8 di 19 Le studentesse e gli studenti trovano una risposta alla loro esigenza di una istruzione e formazione di qualità anche e soprattutto grazie al lavoro dei dirigenti e dei docenti nonché del personale amministrativo. Un milione di persone che quotidianamente ce la mettono tutta e profondono amore e cura per la loro attività. Per loro ci stiamo impegnando, come doveroso, affinché il loro ruolo recuperi quell’importanza e considerazione nella società che ingiustamente negli anni si è un po’ persa.

Continuando con le azioni di reclutamento, per ridurre la condizione di precariato che caratterizza ancora tante e tanti. Stabilizzando nell’organico i posti che occupano da anni, grazie a 400 milioni stanziati nella legge di bilancio. E con un impegno a lavorare, in dialogo con i sindacati, perché il prossimo rinnovo contrattuale sia una vera occasione di valorizzazione per tutte e tutti, condividendo il valore della continuità didattica. Il futuro corso-concorso per dirigenti scolastici, di cui è prossimo il bando, oltre a dare un’occasione per una progressione di carriera a quei docenti che siano interessati ad un nuovo ruolo, consentirà di riportare alla normalità i carichi di lavoro dei colleghi già in servizio. Solo col concorso si potrà infatti risolvere l’annoso problema delle numerose reggenze. A breve partirà anche l’iter per il concorso per direttori dei servizi generali ed amministrativi. Lo Stato torna così ad investire in questo ruolo, avendo ben presente l’importanza della disponibilità di un DSGA titolare nelle scuole. Nel corso dei prossimi mesi e comunque in tempo utile per l’inizio dell’anno scolastico, terminerà anche il concorso bandito nel 2016 per 63.712 posti di docente. Anche in questo caso, si tratta di una misura di normalizzazione, che favorirà la continuità didattica grazie alla presenza di docenti titolari. In questa direzione va pure il consolidamento nell’organico di diritto di numerosi posti che da anni sono attivati stabilmente in quello di fatto. Ciò consentirà finalmente di coprirli con docenti di ruolo, a tutto vantaggio, nuovamente, della continuità didattica. Da tutte queste azioni ne uscirà migliorata anche la percezione nella società del ruolo del docente, oggi spesso mortificata da un precariato eccessivo, che si supera solo con le misure previste dalla legge n. 107 del 2015: il piano assunzionale straordinario e, ora, i concorsi, da bandire con regolarità. Inoltre, nell’ottica di garantire efficacia ed efficienza, è necessario ripartire dal sistema nazionale di valutazione, che costituisce uno strumento di forte impatto, se inquadrato in una visione di valutazione formativa per il miglioramento delle scuole e per la crescita professionale di dirigenti e docenti.

A partire dall’anno 2014, prima con l’avvio del sistema di valutazione delle scuole, poi con la partenza della valutazione dei dirigenti scolastici, importanti passi avanti sono stati fatti; bisogna, ora, rafforzare non solo i modelli e gli strumenti, ma sviluppare ed approfondire il processo di condivisione che già è ampiamente avviato per la valutazione delle istituzioni scolastiche. Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 9 di 19 Tocco ora alcune altre priorità d’azione, per poi soffermarmi sui decreti attuativi della Buona Scuola. Per quanto riguarda l’edilizia scolastica, ho trovato un lavoro di programmazione ben fatto e capace di ottimizzare al massimo le risorse disponibili. Gradualmente si sta lavorando a realizzare l’obiettivo di rendere le nostre scuole sicure, accessibili, vivibili e adatte ad una didattica innovativa. Abbiamo in atto diverse azioni. La programmazione nazionale, grazie ai Mutui BEI, ha già permesso di finanziare oltre 1000 interventi lo scorso anno. Occorre ora procedere al completamento della procedura di finanziamento per aggiornare la programmazione con ulteriori interventi. L’adeguamento, poi, degli edifici alla normativa antisismica: gli eventi sismici hanno, da un lato, mostrato la fragilità di alcune strutture, dall’altro hanno però evidenziato che, se si interviene adeguando le strutture alla normativa antisismica, i danni risultano fortemente ridimensionati. È una sfida di ampio respiro, che si intreccia a quella più generale di messa in sicurezza di tutto il territorio. Una sfida che richiede risorse importanti, per la quale esiste già una programmazione che ci consentirà, una volta ottenute le risorse necessarie, di adeguare nel giro di due anni tutte le strutture scolastiche ricadenti nelle zone di rischio sismico 1 e 2.

Servono, poi, risorse per dare seguito - con gli interventi che sono risultati necessari - alle indagini diagnostiche svolte sugli edifici scolastici per prevenire il crollo dei solai. Un tema, quello della sicurezza, che non può vederci distratti, perché nelle nostre scuole vive e lavora un pezzo fondamentale del futuro del Paese. Abbiamo poi in corso il programma Scuole innovative: grazie a un investimento di risorse dell’INAIL e di risorse MIUR, è stata avviata la procedura per la progettazione e la realizzazione di nuove scuole, innovative dal punto di vista architettonico, impiantistico e tecnologico. Nel 2016 è partito un apposito concorso di idee, rivolto prevalentemente a ingegneri e architetti italiani e stranieri. Nel 2017, dopo la chiusura della procedura di valutazione, partiranno i lavori. Altra priorità è quella di continuare a investire nel processo di innovazione culturale, organizzativa e istituzionale delle scuole. Creare sviluppo e innovazione, offrendo alle scuole gli strumenti che servono per essere protagoniste sul fronte della globalizzazione: conoscenze, competenze, attitudini e visioni del mondo. Non basta più l’idea di una scuola solo trasmissiva dei saperi, ma occorre realizzare concretamente quella scuola aperta e inclusiva in una società in continua trasformazione. Il Piano Nazionale Scuola Digitale ne è un esempio. Accompagna e sostiene la capacità delle scuole e dei docenti di sviluppare una didattica innovativa, coinvolgente, motivante e Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 10 di 19 adeguata ai tempi che cambiano, valorizzando il digitale come agente attivo di cambiamenti sociali ed economici su larghissima scala. Nel 2017, il Piano sarà dedicato alle competenze digitali degli studenti, per superare i divari e le arretratezze della società, lavorando anche sul pensiero logico e computazionale, che diventerà strutturale in ogni scuola del primo ciclo, per ribadire il concetto che i nostri studenti non possono limitarsi più ad essere consumatori passivi di tecnologia, ma devono diventare consumatori critici e, possibilmente, creatori.

Altra innovazione importante, da portare a compimento, è il Piano per la formazione dei docenti, che concretizza quella Formazione permanente, strutturale e obbligatoria per ogni docente prevista dalla Legge 107 come precondizione essenziale per un sistema educativo moderno, in cui la valorizzazione e la crescita professionale del personale scolastico sono dimensioni fondanti. Nel 2017 dovremo iniziare a dare piena attuazione al Piano. Come all’analogo piano che riguarda il personale ATA. Entrambe le misure rappresentano un impegno finanziario di dimensioni nuove e significative, mai raggiunte prima. Ancora, il PON Istruzione 2014-2020. L’Avviso Quadro sarà presentato la prossima settimana e fornirà le linee guida alle scuole, seguiranno poi i 10 avvisi specifici. Entro l’inizio del prossimo anno scolastico le scuole potranno avviare i progetti. L’intervento segna una continuità tra la Costituzione italiana, i suoi valori e i suoi precetti, la legislazione e le azioni nazionali, la programmazione europea e le strategie globali per un nuovo orizzonte di sviluppo, facendo esplicito riferimento all’Agenda 2030, che ne rappresenta la cornice di riferimento. Gli interventi riguarderanno la disuguaglianza formativa e di opportunità, con un forte investimento sulle competenze di base; la lotta alla dispersione scolastica e alla povertà educativa; l’inclusione e la lotta alle disuguaglianze e alle discriminazioni. Saranno destinate risorse importanti per un più efficace passaggio tra scuola e lavoro, attraverso esperienze di orientamento, alternanza e imprenditorialità, per dare maggiori opportunità e contribuire allo sviluppo della nostra società. Un’attenzione particolare è dedicata, inoltre, ad affrontare in modo sistematico gli aspetti multidimensionali della cittadinanza europea e globale; della conoscenza e dell’accessibilità del patrimonio culturale; dell’integrazione e della coesistenza sociale, con particolare riferimento al tema dei migranti.

C’è poi l’alternanza scuola-lavoro, che ritengo decisiva per avvicinare e innovare i percorsi formativi e professionali e offrire opportunità e occasioni qualificanti di didattica ai nostri ragazzi. Una delle novità più importanti della Legge 107 è stata la trasformazione dell’alternanza da sperimentazione a pratica strutturale di didattica. Con l'anno prossimo, quando il sistema sarà andato a regime, il numero di ragazze e ragazzi coinvolti sarà di 1,5 milioni. Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 11 di 19 È evidente che non è un percorso semplice e che in alcuni casi siano emerse delle criticità ma è altrettanto evidente che l’alternanza si può e deve fare. Il Registro Nazionale dell'Alternanza Scuola-Lavoro, il sito dedicato, la cabina di regia Miur-Ministero del Lavoro: gli strumenti ci sono, vanno messi a regime, dobbiamo monitorare le evoluzioni, intervenire dove sono presenti criticità, per superarle. Credo, ad esempio, che si debba rapidamente approvare la Carta dei Diritti e dei Doveri degli Studenti in Alternanza, per assicurare ambienti di apprendimento favorevoli alla crescita della persona e che assicurino i pieni diritti alle ragazze e ai ragazzi e garantire un sistema di monitoraggio della qualità dei percorsi di alternanza. Vengo ora ai decreti attuativi delle deleghe che rappresentano una parte qualificante della legge 107. Con l’approvazione in Consiglio dei Ministri il 14 gennaio scorso, abbiamo scelto di salvaguardare le deleghe, la loro attuazione e il lavoro fatto finora avviandone l’iter di approvazione prima della loro scadenza prevista il 16 gennaio. È iniziato un percorso che ci vedrà collaborare con le Commissioni parlamentari - assicurando una forte partecipazione e presenza del Ministero - per ascoltare in audizione tutti i soggetti coinvolti. Dirigenti scolastici, insegnanti, personale amministrativo, sindacati, studenti, famiglie, associazioni, stakeholder, in modo che i testi finali siano frutto della massima condivisione possibile. Ho la responsabilità di guidare il Ministero nell’ultima fase di attuazione di un lungo percorso di riforma, nel momento in cui sono in discussione e in attuazione le parti più innovative e qualificanti della Legge 107. Guardando alle singole deleghe, senza entrare nel dettaglio di testi che conoscete, voglio ribadire allora le ragioni innovatrici di ciascuna di esse, per come si presentano al percorso di confronto che potrà vedere protagoniste del cambiamento tutte le componenti del mondo della scuola.

1. Formazione iniziale e accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado
Si conserva il concorso, subito dopo la laurea, che permetterà di accedere ad un percorso di formazione di tre anni, due dei quali anche a scuola, che si concluderà con l’assunzione certa a tempo indeterminato. Si supera così una situazione che ha prodotto molte incertezze e molto precariato. È un modo, chiaro, di dire che si vuole investire sugli insegnanti, sulla loro professionalità e sulla loro formazione, che non è più un costo a loro carico ma anzi un periodo di formazione nell’interesse della comunità, e quindi con un compenso.

2. Inclusione scolastica
Semplificazione e snellimento delle pratiche burocratiche, maggiore continuità didattica e formazione del personale docente e della comunità scolastica, costruzione di un progetto individuale dedicato. Dopo anni, finalmente, si discute la riforma del sostegno e si mettono al centro le esigenze di bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Il livello di sostegno sarà determinato tenuto conto della gravità della disabilità, come oggi, ma si cercherà anche di determinare in senso più ampio i bisogni, con una presa in carico più forte di ciascuna e ciascuno.

3. Revisione dei percorsi dell’Istruzione professionale
Il decreto mette ordine in un ambito frammentato e punta a ridare dignità, forza e organicità a questi percorsi formativi, rafforzando al contempo l’autonomia scolastica. Stiamo costruendo, in questo modo, il sistema duale all’italiana. Un percorso coerente ed organico, con un maggiore raccordo con la formazione post secondaria e terziaria, non solo universitaria.

4. Sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni Per la prima volta si parla di un Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a 6 anni, per garantire “ai bambini e alle bambine pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali”. Significa puntare a diffondere i servizi educativi su tutto il territorio, cambiarne l’approccio e migliorare la qualità. Obiettivi per un cambiamento epocale, che merita un grande dibattito.

5. Diritto allo studio
Un diritto oggi esercitato con difficoltà e differenze tra territori. Quando invece ogni diritto deve essere per tutte e tutti. Un nuovo modello di governance, Conferenza Nazionale, una maggiore partecipazione degli studenti, la promozione di un sistema di welfare fondato su livelli di prestazioni nazionali, misure su libri di testo, tasse scolastiche, trasporti, il potenziamento della carta dello studente: anche in questo caso il decreto presenta una piano di riforma ampio e Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 13 di 19 incisivo, che permette finalmente di rispondere a tante aspettative e di far crescere l’esperienza reale di quel diritto.

6. Promozione e diffusione della Cultura umanistica
Bellezza, arti, patrimonio culturale, qualità delle nostre produzioni: se questi sono fattori strategici per la nostra identità e il nostro futuro - e io sono convinta che lo siano - credo sia profondamente giusto che la scuola dedichi loro uno spazio importante, in termini sia di conoscenza, che di più complessiva esperienza e formazione personale.

7. Scuole italiane all’estero
Non devono essere un’esperienza sconnessa dal resto del sistema scolastico, ma una componente di esso, per formare cittadine e cittadini italiani anche all’estero e promuovendo il nostro patrimonio culturale. Ecco perché anche questo decreto è importante e indica il segno dell’ampiezza della riforma.

8. Valutazione
Anche qui non entro nel dettaglio dei cambiamenti, che conoscete. Studiando la documentazione, fin dalle prime ore di lavoro al Miur e poi fino all’approvazione in Consiglio dei Ministri, mi sono convinta di una cosa: l’esame di maturità non sarà più facile. Certo, si sono ridotte a due le prove, ma la seconda potrà essere multidisciplinare. L’esame sarà così più semplice nelle modalità, ma questo non vuol dire più facile. Non so dire se sarà più difficile, e non mi interessa. Non è questo il punto.

Quello che mi pare importante è che il processo di valutazione cambierà nell’approccio. Dando maggior peso al percorso dell’ultimo triennio e stimolando gli insegnanti ad esprimere una valutazione complessiva su ciascuna alunna e ciascun alunno, valutando in modo non meccanico la media di voto, si punta a verificare effettivamente il livello di acquisizione di conoscenze e competenze di ragazze e ragazzi. Dire che una sola insufficienza non è motivo per non essere ammessi all’esame è allora un modo di osservare e valutare meglio, in modo più attento e approfondito. Insomma, questo decreto - come tutto l’impianto della Legge 107 e dell’azione che vogliamo perseguire - procede nella direzione di una trasformazione della scuola che integri apprendimento e formazione di competenze, che è il grande obiettivo di innovazione che dobbiamo perseguire. Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 14 di 19 Spero davvero che si apra un grande dibattito, con le Audizioni in Parlamento e nel Paese. Perché è un obiettivo che riguarda tutte e tutti. Venendo ora alle sfide per università e ricerca, credo che sia importante lavorare per consolidare investimenti e programmazione, superando anche le eventuali lentezze procedurali e burocratiche. In questa direzione abbiamo programmato con gli uffici di completare tutti i provvedimenti finanziari entro i primi sei mesi dell’anno, in modo da consentire una migliore efficienza nell’impiego delle risorse certe da parte di tutti gli Enti. Gli investimenti sono tornati a crescere, dopo i forti tagli della precedente legislatura.

Questo significa che cresceranno i finanziamenti alle Università (le risorse del Fondo di Funzionamento Ordinario nel 2017 aumenteranno del 1,29%, e di un ulteriore 4,2% nel 2018 e dovremo prestare attenzione a come migliorare i criteri di riparto in modo che siano effettivamente fattori di equilibrio del sistema) e aumenteranno le risorse per il diritto allo studio, su cui devono essere migliorate e rese più tempestive anche le procedure di ripartizione e assegnazione. Nello specifico vale la pena qui di rammentare che nel 2017 l’FFO degli Atenei passerà da 6,927mld di euro a 7,056mld; mentre nel 2018 la somma sarà di 7,325mld di euro. In questo modo l’FFO tornerà a sfiorare la quota di 7,4mld di euro del 2009 - allo stesso modo anche il FOE degli Enti di Ricerca nel 2018 avrà un incremento importante di 25mln di euro, con 1,725mld di euro. Sono interventi importanti che segnalano una netta inversione di tendenza e che permetteranno, assieme ad altri, di dare maggiore qualità al sistema universitario. Anche qui, però, dobbiamo fare in modo che al centro delle nostre azioni ci siano le studentesse e gli studenti, quindi l’interesse del Paese, che oggi ha bisogno di più laureate e laureati per colmare un divario importante rispetto agli altri Paesi europei.

Il tema dell’accesso all’Università si pone, quindi, con forza, sia per quanto appena detto che per l’obbligo, civile e politico, di adempiere al dettato della Costituzione che, in più articoli, impegna la Repubblica a rimuovere le barriere di ogni tipo che ostano lo sviluppo della persona, l’accesso alle opportunità e, nello specifico, al Sapere. A fronte del calo delle immatricolazioni registrato negli ultimi dieci anni, che pare essersi finalmente fermato quest’anno, dei dati sulla disoccupazione giovanile, di quelli sulla percentuale di laureati, credo che sia urgente per il nostro Paese impegnarsi con forza per rilanciare l’Università come luogo di crescita, sviluppo ed opportunità. Questo va fatto, da un lato, cominciando a contrastare la percezione, diffusa negli ultimi anni senza alcuna evidenza numerica, che frequentare l’Università non serva a migliorare le opportunità di lavoro. Non è così; i dati lo dimostrano, dobbiamo spingere, quindi, ragazze e ragazzi a iscriversi. Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 15 di 19 Dall’altro dobbiamo dare loro gli strumenti per farlo, indipendentemente dalla condizione economica, sociale, familiare e di contesto, investendo fortemente sugli strumenti del Diritto allo Studio Universitario.

L’Italia è molto indietro su questo rispetto all’Europa, tanto per il numero di studenti destinatari dei sussidi, quanto per la qualità e quantità dei servizi offerti. Si sono fatti passi in avanti. Pensiamo ad esempio ad alcuni interventi dell’ultima finanziaria, come l’aumento del FIS - il fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio, incrementato di 50 milioni di euro a decorrere dall'anno 2017 - e la previsione di una no tax area per gli studenti provenienti da famiglie meno abbienti. Ma molto resta ancora da fare. Serve rimettere a sistema gli strumenti, e coordinare i vari livelli coinvolti, anche al fine di colmare i divari territoriali; dobbiamo lavorare ad eliminare la figura dello studente non beneficiario, quello che ha diritto alla borsa ma al quale non viene concessa per mancanza di risorse. Sono due esempi, che ritengo importanti e prioritari, ma cui ne potrebbero seguire molti. Questo è un ambito che ritengo prioritario se vogliamo che l’Università sia davvero un’infrastruttura di conoscenza, opportunità e mobilità sociale.

Di sicuro il 2017 sarà un anno di svolta, e lavoreremo intensamente perché il processo di riforma sia pienamente realizzato. Nel corso di quest’anno dovremo innanzitutto approntare, così come prevede la Legge di Bilancio, la regolamentazione e la commissione per dar seguito immediato al progetto di finanziamento per i migliori dipartimenti universitari. I cosiddetti 180 ‘dipartimenti di eccellenza’. I tempi sono regolati dal comma 333 della legge di bilancio per il 2017 e, in sostanza, implicano la chiusura del lavoro preliminare entro il 30 aprile p.v. Importante sottolineare che questo è un provvedimento che implica una sorta di nuovo ‘piano straordinario’ per i giovani ricercatori. Unito ai precedenti provvedimenti sulla liberalizzazione del turnover dei ricercatori, infatti, questo finanziamento consentirà, per almeno il 25% dei fondi, di assumere nuovi ricercatori a tempo determinato; inoltre fino al 70% delle risorse disponibili, inclusi i punti-organico necessari, potrà essere impiegato per assumere personale. Il nostro obiettivo resta sempre quello di incrementare in maniera sensibile gli attuali numeri dei ricercatori. Vareremo rapidamente il nuovo Fondo per il finanziamento delle attività base di ricerca, pari a 3.000 euro all’anno per 15.000 ricercatori e professori associati in servizio nelle università statali (45 milioni di euro a decorrere dall’anno 2017), commissionando all’ANVUR (nel frattempo in corso di rafforzamento nel proprio organico) le liste dei meritevoli.

Occorre poi semplificare il quadro normativo che regola il funzionamento del sistema universitario. In primo luogo semplificando ulteriormente le regole di accesso e di mobilità della docenza, rendendo più flessibile e competitivo il trattamento economico che le Università possono attribuire per attrarre i giovani ricercatori e per ridurre l’età media dell’ingresso alla carriera universitaria. Inoltre, occorre favorire modelli organizzativi più flessibili, dando finalmente attuazione a quanto previsto dall’articolo 1, comma 2 della legge 240/10 per quelle Università che hanno raggiunto la piena sostenibilità finanziaria e ottimi risultati nella didattica e nella ricerca. Bisogna uniformare la flessibilità delle Università italiane, soprattutto nell’àmbito dell’attività di ricerca, a quella degli altri Paesi attraverso una revisione delle norme che ostacolano la velocità nell’implementazione delle politiche di ateneo.

Altrettanto urgente è una revisione del regolamento relativo alle procedure per il riconoscimento delle Filiazioni di Istituti universitari stranieri in Italia (ex art.2 della Legge n.4/1999), con particolare attenzione ai requisiti da richiedere in fase di riconoscimento. Su questo si è sviluppata una proficua discussione anche in Parlamento che vorrei riprendere e portare a compimento, considerate le numerose richieste che si registrano in questa materia da parte di Istituzioni estere. Sempre in tema di semplificazione, ritengo urgente procedere a semplificare e a rendere più snella la prova nazionale di accesso a Medicina: si potrebbe studiare la possibilità di espletare le prove presso le sedi universitarie in via informatica, così come è stato fatto per l’accesso alle Scuole di specializzazione in medicina. Sempre in materia di Medicina è stata ultimata la revisione del Regolamento relativo all’accesso all’esame di stato per Medico chirurgo (n. 445/2001), al fine di un’abbreviazione dei tempi per l’accesso all’esame di stato, portando il trimestre del tirocinio all’interno del corso di laurea magistrale in Medicina e ad una semplificazione della procedura attualmente prevista con l’eventuale ausilio di metodi informatici. Analogamente vorremmo studiare una modifica dell’apposito Regolamento in materia di Dottorato di ricerca (D.M. 45/2013), con un alleggerimento di alcuni requisiti per il relativo accreditamento e favorendo il sorgere di Dottorati Innovativi con caratteristiche di internazionalità, interdisciplinarità e con collegamenti con le imprese, come richiesto anche dal Piano Nazionale della Ricerca. Inoltre la formazione universitaria deve essere meglio collegata al mercato del lavoro, per accrescere la qualità con cui si punta a far crescere la nostra economia, come nell’esempio virtuoso di Industria 4.0, con i fattori strategici di sviluppo direttamente connessi alle competenze e al sapere. Questo anche rafforzando le partnership tra sistema della ricerca, imprese e territori.

E gestendo meglio la formazione professionalizzante, cui abbiamo deciso di dedicare una specifica cabina di regia, che ci consenta di evidenziare le peculiarità e le caratteristiche degli Istituti tecnici Superiori da un lato e delle Lauree professionalizzanti dall’altro. Ugualmente occorre lavorare per dare piena attuazione alla riforma dell’autonomia degli Enti Pubblici di Ricerca mediante la creazione di appositi strumenti di programmazione e monitoraggio e l’applicazione di idonei sistemi di valutazione.

Con il recente d.lgs. 25 novembre 2016, n. 218, è stata estesa agli Enti Pubblici di Ricerca – inclusi i 14 vigilati dal MIUR – l'autonomia regolamentare e programmatoria delle Università, estendendo il principio delle assunzioni legate al solo budget disponibile e svincolandole dai controlli sui meccanismi contrattuali, semplificando inoltre il regime di missione all’estero per i ricercatori e gli acquisti sul mercato elettronico (MEPA). Si tratta ora di varare i decreti applicativi, seguire il nuovo percorso di riforma statutaria (da completarsi entro 6 mesi) e, soprattutto, creare quei meccanismi di controllo e monitoraggio dei bilanci che la nuova legge richiede e che impronteremo a quelli già funzionanti nel mondo degli Atenei. È indispensabile intervenire, consolidandola e aggiornandola, sull’autonomia del sistema AFAM, agendo su reclutamento, governance, distribuzione territoriale e offerta formativa. E risolvendo - anche con processi di statizzazione graduale ma certa – le attuali debolezze e ristrettezze finanziarie. Infatti, dei due segmenti che costituiscono il mondo della Formazione superiore, quello che più oggi abbisogna di provvedimenti urgenti di natura strutturale è sicuramente l’AFAM. Nonostante l’avvio di cantieri di riflessione importanti e di condivisione con l’intero e variegato mondo dell’AFAM, non si è ancora riusciti a portare a conclusione quella riforma che questo straordinario settore, che tanto prestigio arreca al nostro Paese, aspetta da più di quindici anni. La ‘riforma incompiuta’, come noto, altro non è che l’‘autonomia incompiuta’ dell’AFAM, un’autonomia avviata ma mai implementata dopo il varo della legge 508 del 1999. Da allora si sono succeduti solamente interventi puntiformi (sulla didattica, sul finanziamento con l’introduzione di criteri rigorosi di riparto, e sulla governance statutaria), ma quasi nessuno dei regolamenti che erano stati previsti dall’articolo 2 della Legge è stato finora messo in campo. Lavoreremo in questa direzione, che spero il Parlamento vari in tempi brevi, anche sulla base del DDL Martini. In materia didattica è imminente l’emanazione del Decreto Ministeriale per l’attesissima messa ad ordinamento dei corsi accademici di secondo livello sperimentali AFAM, in attuazione dell’art. 1, comma 105 della legge n. 228/2012 con la correlata emanazione delle relative tabelle di corrispondenza. Sulla ricerca, infine, c’è da dare efficace attuazione alla strategia del Programma Nazionale per la Ricerca e alla programmazione europea attraverso una sinergia virtuosa con Regioni e stakeholders.

Sono in corso le consultazioni dell’apposito Tavolo Tecnico per la costruzione del bando Cluster con le Regioni e il mondo delle Imprese. È stato pubblicato a settembre il bando per il consolidamento dei 4 nuovi Cluster (Blue Growth, Design Creatività Made in Italy, Energia, Patrimonio Culturale) che dovranno completare la rosa degli 8 già esistenti (Aerospazio, Agrifood, Chimica Verde, Fabbrica Intelligente, Mobilità e Trasporti, Salute, Smart Communities, Tecnologie per gli Ambienti di Vita). Si tratta di un iter che vogliamo condividere con tutti i soggetti, in primo luogo le Regioni, per dar vita a quello che è l’impegno più significativo del PNR in questo triennio: un bando di più di 300mln di euro dedicato alle public-private partnerships distribuite, per quanto lo consentono i finanziamenti strutturali, su tutto il territorio nazionale. C’è poi da agire sul capitale umano, in una prospettiva di rilancio di competitività internazionale. È il momento di integrare rapidamente le misure già avviate. A oggi, infatti, sono stati stanziati 20 milioni di euro l’anno per il triennio 2016-2018 volti ad incrementare fino ad un massimo del 20% i fondi di ricerca dei vincitori di ERC-Grants (borse di studio dello European Research Council) che scelgano l’Italia come sede di lavoro. Ci attendiamo molto da questa misura visti i risultati deludenti anche dell’ultima tornata dei grants ERC. Permettete che mi soffermi un momento a riguardo. Si è trattato di un successo straordinario per i ricercatori di nazionalità italiana: 38 vincitori, secondi solo ai tedeschi (50), più dei francesi (34), ben più dei britannici e spagnoli (24 e 22 rispettivamente).

Ma dei 'nostri' 38 vincitori, ben 25 operano all'estero e solo 13 in istituzioni italiane. Per avere qualche termine di paragone, dei 50 vincitori tedeschi solo 15 sono all'estero, dei 34 francesi addirittura solo 6 e dei 24 britannici solamente 1. Di qui l’urgenza di invertire la tendenza. E allora l’intervento del 2017 ha l’obiettivo dichiarato di migliorare le performance nazionali e attrarre un numero sempre crescente di ricercatori italiani e stranieri di eccellenza. La misura, da attivare non prima di dicembre 2017, sarà rivolta ai ricercatori italiani o stranieri vincitori dei bandi 2017 dell’ERC, che abbiano scelto una host institution italiana. Attraverso una procedura competitiva, sarà garantito ai principal investigator un finanziamento aggiuntivo rispetto a quello già assicurato da ERC. L’intero sistema della formazione superiore e della ricerca, nelle rispettive autonomie responsabili, si fonda sulla valutazione che consente di monitorare e di premiare l’efficienza. Dopo il varo della legge n. 240/2010 e del recente decreto legislativo n. 218/2016, è opportuno riflettere e riesaminare i delicati equilibri che regolano i rapporti tra ANVUR e Ministero, affidati ad un DPR di ben sette anni fa.

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